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Cosa ne pensa il Sommelier

Fabio Cappucciati

Sommelier Fisar - Piacenza 
@fabio_oenophilia

I vini marchigiani esprimono perfettamente ciò che il bevitore si aspetta di trovare in un vino di qualità: gusto, accurata lavorazione e denominazioni di spessore. Le Marche non finiscono mai di stupire, una regione che con una estensione di 9.400 mq e 17.500 ha vitati ci regala 5 docg e 15 doc, un record per il Belpaese. 

RIBONA COLLI MACERTESI DOC 2016/2017/2018

La Ribona degli avi, due volte "bona" una piacevole scoperta

​Questo meraviglioso vitigno autoctono, il Maceratino o Ribona, protagonista di una lenta rinascita con poco più di 100 ha coltivati, è stato una scoperta sorprendente. Di regola vinificato in assemblaggio, lo troviamo quasi esclusivamente sulle colline Maceratesi, spesso in purezza nelle versioni spumante, fermo e dolce. La degustazione svolta ha coinvolto le annate dal 2016 al 2018.

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Aspetto e profilo sensoriale 

L'annata 2016 alla vista si presenta nel calice di un bel color giallo paglierino con sfumature brillanti, la 2017 è di un giallo limpido e decisamente luminoso, mentre la 2018 appare di un giallo paglierino più chiaro, trasparente e brillante, con nuance verdoline.

Al naso la 2016 si apre con una iniziale freschezza che avanza in primo piano con sontuose note fruttate di ananas fresca e floreali come acacia seguite da una spolverata iodata. Scaldandosi nel bicchiere emergono freschi toni agrumati. La 2017 esprime un naso più mediterraneo, alla frutta fresca a polpa bianca e agrumi si affiancano note di alloro ed erbe aromatiche. Il naso della ribona più giovane è molto fresco, agrumato di limone e floreale con sbuffi di gelsomino. Una quintessenza della vitalità più scalpitante, elettrica, "quasi ti butta giù dalla sedia". Aspettando si apre a note di pesca bianca accompagnate da una mandorla in chiusura.

Spettro delicato ma al contempo molto raffinato nonostante ci sia una discreta materia. Freschezza, acidità ma soprattutto una mineralità marcata. Aspettando, in bocca, emerge un accenno di mela golden mai invadente, chiude secco e salino, un vino in equilibrio stupefacente.


Cosa hanno in comune le tre annate?

La dominante comune è questa acidità spinta, tipo granita al limone, che promette lunga vita e magistrali evoluzioni migliorative per equilibrio e morbidezza. Raggiunti i 4/5 anni la trama si fa setosa e complessa dove potrà sostenere piatti più elaborati. In sintesi sono espressioni di vino autoctono, marcatamente territoriale con un vero carattere sapido, una sorprendente dinamicità nel calice e un sorso lunghissimo.

Abbinamenti 

Trovo questo vino molto passepartout, capace sorso dopo sorso di aprire le porte del cuore. 

Annata 2016
Baccalà mantecato oppure spaghetti calamari e piselli, dove la Ribona, con la sua  grande mineralità e i profumi che ricordano gli agrumi, esaltano la parte delicata del pesce.

L'abbinamento vincente di questa Ribona è però con i frutti di mare crudi, che oltre alla salinità hanno spesso una buona persistenza gustativa, si possono abbinare molto bene con questo bianco di buon corpo, giovane e fresco.

Annata 2017
Tagliatelle con salsa di acciughe, paccheri con pesto di pistacchi e gamberi, orata al sale, lavarello burro e salvia.

Annata 2018
Branzino al forno con pomodorini, frittata con cipolle e pesci di lago, sogliola al vino con erbette e patate prezzemolate.


Top Hundred 2020
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