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Failoni Antonio

Lui si chiama Antonio Failoni ed è sbarcato nelle Marche, a Staffolo, da Varese e da turista.

Galeotta fu una vacanza: «Non ero mai stato nelle Marche, non sapevo nemmeno dove fossero» e una volta arrivato in questa regione a lui sconosciuta, i suoi paesaggi lo hanno conquistato, tanto da farlo rimanere. Aveva ventuno anni, non sapeva nulla di agricoltura ma, con il sostegno di due amici, un enologo e un agronomo, ha iniziato questa attività di produttore di vino a Staffolo. 

Una piccola azienda di una ventina di ettari che gestisco da solo. Tanta passione, lavoro e silenzio. Un lavoro in sordina, costante e tranquillo ma un motivo di orgoglio Antonio ce l’ha, perché lo cercano in tanti, cercano i suoi vini e questo significa che lavora bene. 

L’azienda parte negli anni Novanta, la prima produzione vinicola è del 2004, un crescendo di vendemmie e di sapori, di etichette e di profumi, in silenzio e all’ombra delle viti. Antonio Failoni arriva da Varese ma oggi è un marchigiano doc anche nell’atteggiamento: capacità di azione, intuizione ma anche grande ritrosia. Oramai sono passati trenta anni e di quelle Marche allora a lui (e a tanti altri oggi) ignote, ha assorbito cultura e tradizioni.


Il Verdicchio, e tanto altro, la voce di Antonio.

Una produzione di ventiduemila bottiglie, metà delle quali dedicate al Verdicchio classico dei Castelli di Jesi,  e diversamente non poteva essere vista la collocazione territoriale, 90% del fatturato all’estero. Poi Sangiovese, Montepulciano, Sirah, Merlot ed anche uno spumante da uve Sangiovese metodo classico. Tutto rigorosamente bio, filari che non scorrono via da soli, poiché l’azienda ha anche una robusta presenza di ulivi con relativa produzione di olio di oliva.